mercoledì 18 marzo 2015

Il Tempo e il sogno di essere persona...

Cari amici,
con questa pubblicazione iniziamo a proporvi alcuni estratti dell'incontro avuto Domenica 15 Marzo 2015 con Giuliana Martirani.
In questo primo brano Giuliana ci fa riflettere sul nostro rapporto con il tempo e su cosa voglia dire essere persona...
buona lettura

Noi siamo molto occupati ad esistere e non ad essere. Siamo persone che esistono, pressate da un tempo kronos, che non sono neanche capaci di cogliere il kairos, cioè il momento in cui Dio si presenta, il momento in cui ti manda all’amico oppure il momento in cui ti sta mandando una soluzione.
Noi non ce ne accorgiamo neanche, perché siamo molto occupati ad esistere. Per fare che?
Dobbiamo recuperare il senso del viandante, del cammino, che è poi il senso della tradizione cristiana. Dovremmo essere sempre pronti a camminare. Nel nostro camminare dovremmo capire – come hanno fatto le tribù degli indiani d’America – che è più importante il tempo che lo spazio.
Ma come possiamo riprenderci questa dinamica di vita se siamo circondati da “paccottiglia” che ci frena e ci impone altri ritmi di vita.
Basti pensare che nella nostra casa ci sono – come media – almeno 10.000 oggetti (la tribù dei Navajos – viandanti – porta con se, nei suoi spostamenti, appena 200/300 oggetti).
Possedere tutte queste cose vuol dire dedicare tempo/lavoro per poter acquistare la casa che conterrà i nostri oggetti; 
un tempo/lavoro per la pulizia della casa (detersivi, oppure la colf); 
e ancora di tempo/lavoro per mettere in sicurezza tutti questi oggetti (ad esempio assicurare l’automobile per non correre rischi); 
tempo/lavoro anche per la manutenzione della casa (idraulico, elettricista…).
In questo dedicare il nostro tempo al lavoro, accade che non ci accorgiamo più degli altri e rispondiamo spesso – a un figlio, un fratello, un’amica che vuole confidarsi che ci dice “ho bisogno di parlarti, di sfogarmi” – a chi ci chiede di essere ascoltato… non ho tempo devo lavorare!
Allora,  forse il tempo lavoro per tutta questa paccottiglia di cose superflue – non tutto è necessario – ci fa appesantire di cose materiali, ma ci fa svuotare della spiritualità.
Dobbiamo, quindi,  iniziare a capire cosa è necessario e cosa non lo è.
Dobbiamo imparare a fare delle scelte.
Abbiamo avuto il furto del tempo e questa è una cosa che ci priva delle relazioni. Le quali relazioni sono quelle che ci costruiscono, che ci aiutano a comunicare.
Ma comunichiamo qualcosa se abbiamo qualcosa da dire e soprattutto se siamo qualcuno.
Se non siamo niente… niente comunichiamo.
Ma non comunichiamo più perché ci siamo dimenticati che dobbiamo essere e non esistere.
Allora essere è fondamentale.
IO CHI SONO?!?
QUALE E’ IL MIO TALENTO?!?

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