Questa volta abbiamo estrapolato dall'incontro con Giuliana Martirani, alcune riflessioni sul tema dell'educazione.Buona lettura.
Educere…
perciò siamo educatori.
Educere: tirare fuori, metter fuori, portar fuori dai nostri ragazzi i loro talenti con
i quali concreeranno con Dio, cioè ultimeranno nel loro spazio di vita un pezzo
di creazione con Dio.
Dio
poteva farsela tutta da se la creazione ma ha deciso di farci passare da servi
a figli e di ultimare con noi il creato.
Dio
ha deciso di farci partecipi della creazione; di concreare con lui.
Noi partecipiamo
alla creazione soltanto attraverso il nostro talento.
Ognuno
ha bisogno della conferma di ciò che è. Io ho scoperto man mano che ero un’educatrice,
confermata man mano dalla storia che ho avuto.
Però
per essere educatori c’è l’esigenza di essere comunicatori, di non essere dei
professori ma dei MAESTRI.
Siamo
dei maestri dei nostri figli, dei nostri alunni, dei nostri ragazzi? O siamo dei
professori, dei genitori, che hanno il dito puntato per giudicare e dire si fa
così e basta?
Giudicare
i nostri ragazzi, i nostri figli, i nostri alunni, non ha senso, perché ognuno
di loro vuole sapere quale è il proprio ruolo, la propria partecipazione, il proprio
talento.
Tirar
fuori i talenti dalle persone è un’arte difficile, perché significa aiutare a
concreare con Dio.
Dal
punto di vista dell’educazione, noi cattolici, avevamo degli strumenti che ci
derivano dalla tradizione (dal c.d. Magistero della Chiesa), che abbiamo messo
un po’ da parte, anzi li abbiamo banalizzati.
C’erano
nella tradizione delle figure di accompagnamento che erano maestri e testimoni.
Qualunque
mamma sa che si insegna ai propri figli soltanto attraverso la testimonianza,
senza usare troppe parole, facendo cose concrete.
Nel matrimonio
la tradizione aveva inventato la figura del testimone di nozze.
Oggi
cosa ne abbiamo fatto di questa figura? Prima il testimone di matrimonio era un
mediatore, una persona sempre pronta a ricomporre i conflitti, a stare vicino
alla coppia. Oggi il testimone di nozze – nella stragrande maggioranza dei casi
– non ha senso!
Nella
stessa direzione vanno le madrine e i padrini del battesimo. Chi sono oggi
queste persone? E che aiuto concreto danno ai genitori nella crescita reale del
bambino?
Nella
tradizione della Chiesa il padrino e la madrina di battesimo erano il passaggio
da due ( i soli genitori) a tre. Erano coloro
che aiutavano la mamma a dormire un po’ prendendosi cura del neonato; oppure
sostenevano la coppia durante il lavoro…
Anche
il padrino della Cresima doveva essere una persona che realmente faceva le veci
della madre o del padre e che provvedeva ad accompagnare il cresimato
adolescente a trovare la sua identità, in una fase della vita dove i genitori
sembrano essere – agli occhi del ragazzo – dei nemici.
Di tutto
ciò che cosa ne abbiamo fatto?
Oggi,
questa società, per andare incontro alle famiglie ha inventato i mediatori di
conflitti. Guardando dentro la tradizione della Chiesa , queste figure erano da secoli presenti nella nostra storia.
Abbiamo
sostituito ai nostri valori le bomboniere, più o meno grandi, e personaggi
evanescenti e poco solidi.
In
realtà le cose ci sono state date ma non le abbiamo utilizzate bene, le abbiamo
dimenticate.
Allora
è necessario riprendere i fili della nostra trama e tornare a riproporre un’educazione
fatta da Maestri, testimoni concreti di valori reali e non più evanescenti.
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